Fratello dell’eclettico pittore e scultore futurista Ernesto Michahelles (in arte Thayaht), Ruggero manifesta, fin da giovanissimo, una più esclusiva propensione per la pittura. Durante gli studi alla Facoltà di Chimica frequenta, all’insaputa del padre lo studio del professore Marfori Savini, e si esercita nella copia dei maestri del passato nei musei fiorentini.
Dopo il debutto con una mostra a Firenze nel 1914, nel 1917 esordisce come caricaturista su “La Nazione” e, tra 1918 e 1919, collabora con Thayaht all’invenzione della famosa “tuta” da lavoro. Nel 1924, dopo la laurea in chimica, vince insieme al fratello il Concorso Nazionale riservato agli artisti contemporanei per il nuovo allestimento scenico dell’”Aida”; mentre collabora alle iniziative dei futuristi, e conia lo pseudonimo RAM. Nel medesimo anno inizia la collaborazione, che si protrarrà fino al 1940, con la “Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” e con “Natura”, per le quali realizza le copertine.
Nel 1927 è a Parigi con Alberto Magnelli, Massimo Campigli, Mario Tozzi dove sviluppa uno stile d’ispirazione metafisica e di moderna classicità. Nel 1931 è invitato alla Prima Quadriennale romana e, nel corso degli anni Trenta, partecipa a numerose manifestazioni futuriste, alle mostre regionali, alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano. Soggiorna frequentemente a Parigi, dove, nel 1937, vince il “Prix Paul Guillaume”. Delle opere di questi anni restano tuttavia poche testimonianze, a causa dei saccheggi e dei furti commessi dai nazisti durante l’occupazione di Parigi. Nel secondo dopoguerra, continua in solitudine la sua attività pittorica.
RAM muore a Firenze nel 1976.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800