Anselmo Bucci nasce a Fossombrone in provincia di Pesaro nel 1887. Pur compiendo studi classici, fin da ragazzino mostra passione per il disegno e quando i genitori si trasferiscono vicino a Ferrara viene seguito nel disegno dal pittore Francesco Salvini. Nel 1904 la famiglia si stabilisce a Monza e il ragazzo può così frequentare per un anno l’Accademia di Belle Arti di Brera, ma non prosegue questa esperienza scolastica e nel 1906 espatria a Parigi dove si trova in relazione con le avanguardie parigine, incontra artisti conterranei come Severini e Modigliani, e frequenta Picasso, Utrillo e Apollinaire. Nel 1907 espone un dipinto al Salon, ma questi anni parigini lo vedono soprattutto appassionarsi alle tecniche dell’incisione: l’acquaforte e in particolar modo la punta secca, che gli permette di sviluppare a pieno le sue tematiche improntate sul movimento.

Torna in Italia allo scoppio della guerra nel 1915 e si arruola nello stesso battaglione insieme a diversi artisti futuristi come Martinetti, Boccioni, Sant’Elia e Carlo Erba; nel 1914 vince la medaglia d’argento alla Mostra dell’Incisione a Firenze. A Parigi nel 1917 pubblica immagini raffiguranti situazioni di conflitto intitolate “Croquis du Front Italien”. Nel 1919 stampa dodici litografie intitolate “Finis Austriae” raffiguranti nuovamente circostanze belliche; alla fine del conflitto si sposta tra Milano e Parigi e si dedica completamente alla sua attività di pittore con mostre personali, esponendo a tutte le principali rassegne sia italiane sia francesi, in Belgio, in Olanda e in Inghilterra.

Nel 1922 condivide insieme agli artisti Sironi, Funi, Oppi, Malerba, Dudreville e Marussig la costituzione del gruppo “Movimento del Novecento” dove l’intento programmatico è un ritorno verso l’arte figurativa, rispetto agli estremismi delle avanguardie nascenti; nel 1925, con otto tavole a punta secca si adopera all’illustrazione della prima edizione italiana del “Libro della Giungla” di Kipling.

Nei primi anni trenta troviamo Bucci a Trieste, dove si occupa dell’arredamento dei piroscafi della Navigazione Libera Triestina, contemporaneamente continua la collaborazione per le illustrazioni di numerose opere letterarie.

Durante il secondo conflitto mondiale si ricicla come interprete figurativo delle imprese di guerra, come aveva già fatto anni durante la prima guerra, sono di questo periodo infatti le incisioni raffiguranti le imprese della Marina e dell’Aviazione Militare; nel 1945, in seguito alla distruzione della sua casa di Milano dopo un bombardamento, ritorna a Monza nella casa paterna e vi rimane fino alla morte.

Testi: Cecilia Iacopetti

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