Nato a Livorno, cugino dei fratelli Angiolo e Ludovico Tommasi, studia all’Accademia di Firenze sotto la guida di Carlo Markò junior e, nel 1876, partecipa alla Promotrice con il quadro “Ingresso al castello di Signa”. Alla fine degli anni Settanta, presso la tenuta dei Tommasia Bellariva, conosce Silvestro Lega, “responsabile” della svolta della sua pittura in senso naturalista.

Dipinge assiduamente dal vero e, nel 1880, espone a Torino “Dopo la brina”, che suscita, per la novità del soggetto, critiche e lodi. Negli anni successivi espone frequentemente alle Promotrici opere di soggetto campestre (“La raccolta del fieno”, “Bosco con gregge e pastore”), ma anche paesaggi e qualche raro quadro di genere (“Uggia”,1883).

Negli anni Ottanta la pittura di Tommasi evolve dai giovanili toni pastello rialzati da effetti chiaroscurali ad una ricerca luminosa e atmosferica di carattere impressionista. Nel 1887 espone a Firenze “Di marzo”, “Sole di luglio”, “La fonte”. Nel 1892 espone, sempre a Firenze, “Primavera”, acquistata da Umberto I per la Galleria d’Arte Moderna. Nel 1893 vince la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale dell’acquarello alla Permanente di Milano con “Effetto di neve”.

Il quadro “Villa Belvedere a Crespina”, del 1897, risente delle suggestioni della cultura bockliniana di fine secolo. Allo stesso periodo risale la nomina ad insegnante di disegno all’Accademia Navale di Livorno. Partecipa alla I, II, III e VII Biennale. Nel 1907, a causa di una malattia di carattere nervoso, interrompe la sua attività, ripresa solo nel 1912. Esegue a partire da questa data numerose vedute della campagna livornese e lucchese, marine, villaggi apuani e liguri.

Nel 1925 si ammala nuovamente e muore a Firenze nel 1933.

Testi: Gioela Massagli

© Studio d’Arte dell’800