Achille Lega si forma giovanissimo a Firenze sull’esempio degli ultimi rappresentanti della pittura macchiaiola, e frequenta, intorno al 1914 lo studio di Lodovico Tommasi. Abbandonata l’Accademia di Belle Arti, si avvicina all’ambiente della rivista “Lacerba” e, nel 1916, aderisce al movimento futurista, iniziando a frequentare il caffè delle Giubbe Rosse. Nel 1917 dipinge “Ritratto della madre”, nel quale si ravvisano echi della pittura boccioniana, e “Vibrazioni atmosferiche di un aeroplano in volo”, uno dei primi esempi di aeropittura.
Nel 1922 allestisce la sua prima mostra personale, tenuta alla Galleria Gonnelli di Firenze. In quel periodo si lega all’ambiente novecentista toscano, specializzandosi nella pittura di paesaggio; collabora con disegni e scritti d’arte alla rivista “Il Selvaggio” e, nel 1926 e 1929, prende parte alle mostre milanesi nel Novecento italiano.
Nel 1928, 1930 e 1932 partecipa alla Biennale di Venezia, esponendo opere come “Natura morta”, “Piano del Mugnone”, “L’Arno”, “La fornace”, “Libeccio”, “Marina”, e “Giornata di settembre”. Si dedica contemporaneamente alla xilografia, all’incisione alla litografia. Nel 1934, cinque mesi dopo la morte, Firenze rende omaggio a Lega con una mostra inaugurata da un discorso di Romano Romanelli; la Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva nel 1948.
Testi: Gioela Massagli
© Studio d’Arte dell’800