I primi anni di studio li passa in una scuola italiana a Tunisi, poi a causa della salute cagionevole della madre, la famiglia Levy si trasferisce in Italia. Nel 1900 si iscrive all’Istituto d’Arte di Lucca, dove trova come compagno di studi Lorenzo Viani; a Firenze li ritroviamo insieme a frequentare l’Accademia di Belle Arti e la scuola di nudo del pittore Giovanni Fattori. Nel 1907 Moses viene invitato alla Biennale di Venezia, dove porta diverse incisioni. In questo periodo si dedica molto alla grafica e la sua mano risente dell’insegnamento del maestro Fattori.
Mentre la sua famiglia si stabilisce a Rigoli, in provincia di Pisa, Moses ritorna frequentemente a Tunisi, dove dipinge soggetti legati alla cultura locale ma senza dimenticare la sua formazione toscana e nel 1911 tiene la sua prima mostra personale proprio alla Camera di Commercio di Tunisi. Fino al 1938 partecipa a quasi tutte le Biennali veneziane, compie numerosi viaggi in Europa ed ha l’occasione di esporre anche a Parigi nel 1932. In questo periodo il suo stile si distacca dall’influenza fattorina, quello che predomina nelle sue tele è il sapore mediterraneo: i colori forti, gli odori e le impressioni dei souk arabi lo segnano nel profondo e si palesano nei dipinti. Le radici della buona borghesia ebrea si fondono insieme alla consapevolezza del viaggiatore, e si esprimono nelle marine di Viareggio o nei “bianchi a calce” delle case tunisine.
Con l’avvento delle leggi razziali, Levy fu costretto a lasciare l’Italia, si trasferisce a Nizza e durante il conflitto mondiale ritorna a Tunisi. Terminata la guerra si stabilisce in un primo tempo a Parigi e successivamente a Firenze, poi nel 1961 va ad abitare definitivamente a Viareggio.
Testi: Cecilia Iacopetti
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