Quando il padre è licenziato dal servizio di Don Carlos di Borbone alla Villa Reale di Viareggio, la famiglia Viani conosce la miseria, condizione che non era sconosciuta al giovane Lorenzo. La smania di libertà e la scarsa attitudine a sottostare alle regole fin dalla tenera età, l’hanno indotto a lasciare la scuola dopo la terza elementare e a vagabondare per le zone di Viareggio più povere, frequentando derelitti ed emarginati, che diventeranno l’argomento principale della produzione artistica di questo nostro grande pittore espressionista che è stato anche scrittore e incisore.
Dal 1893 per alcuni anni, lavora come garzone nella bottega del barbiere Fortunato Primo Puccini, dove si presentano quotidianamente i personaggi più disparati che abitano nel modesto borgo di Viareggio. Dal barbiere conosce Plinio Nomellini che, vedendo i suoi disegni, lo incoraggia a iscriversi all’Istituto di Belle Arti di Lucca. Segue i corsi artistici dal 1900 al 1903, suoi compagni di studi sono Moses Levy e Spartaco Carlini. A Lucca frequenta assiduamente l’ambiente anarchico al quale resterà sempre legato e, come strenuo militante dell’ideologia anarchica, conoscerà negli anni l’arresto e il carcere.
Nel 1904 Lorenzo Viani segue, alla scuola libera del nudo di Firenze, il corso di pittura diretto da Giovanni Fattori, conosciuto qualche anno prima grazie a Nomellini che lo aveva introdotto nello studio del grande maestro. Nel frattempo si stabilisce a Torre del Lago, frequentando Puccini e i pittori bohèmiens. Nel 1907 soggiorna a Genova e partecipa alla VII Biennale di Venezia, esponendo alcuni disegni.
Dal gennaio del 1908 alla primavera del 1909 l’artista si trasferisce a Parigi, dove tra incresciose difficoltà economiche si consolida la sua arte frequentando alcuni artisti e i personaggi emarginati che bazzicano il dormitorio pubblico de La Ruche. Ritornerà a Parigi nel 1911, dove praticherà l’ambiente anarchico internazionale. Negli anni prima della grande guerra partecipa a diverse esposizioni, conseguendo un certo successo. Nel 1916 è richiamato alle armi, nei pochi momenti di tranquillità continua a ritrarre i soldati e la vita militare.
Nella primavera del 1919 si sposa e si trasferisce per un paio di anni a Montecatini, dove la moglie lavorava come maestra elementare. I ritratti di bambine e bambini intenti studiare tra i banchi di scuola sono i soggetti privilegiati di questo periodo. Negli anni seguenti si presenta assiduamente alle esposizioni (Bologna, Lucca, Roma) e riprende l’attività di scrittore.
Nel 1924 si stabilisce alla Fossa dell’Abate, nel 1927 a Viareggio è inaugurato l’innovativo ed espressionista Monumento ai Caduti per la patria, realizzato da Viani con la collaborazione tecnica dello scultore Domenico Rambelli. Sono anni in cui l’artista raggiunge una notevole notorietà e successo di critica.
Nel 1928 inizia a soffrire di forti attacchi d’asma che non lo abbandoneranno più. Nel 1933 a causa dell’aggravarsi della malattia è costretto a un lungo ricovero presso l’ospedale psichiatrico di Nozzano, in provincia di Lucca. La sua attività, malgrado la sofferenza fisica, non si interrompe. I malati di mente attraggono il suo interesse e la sua empatia: sono personaggi smarriti che la malattia rende indifesi e proprio per questo meritevoli di maggiore attenzione. Nel 1936 gli vengono commissionate diverse pitture per il Collegio di Ostia alle quali lavora senza sosta, ma per un infarto letale non farà in tempo a partecipare all’inaugurazione.
Giovanna Bacci di Capaci
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